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Sulla rappresentazione del passato in Heiner Müller Presentata da:Nicola Barilli_ Coordinatore Dottorato Relatore Federico Bertoni_Barnaba Maj_____ Esame finale anno
2009 Schema Frontespizio tesi.doc IL CAMPO DI BATTAGLIA DELLA MEMORIA. SULLA RAPPRESENTAZIONE DEL PASSATO IN HEINER M?LLER
1 IL CAMPO DI BATTAGLIA DELLA MEMORIA. SULLA RAPPRESENTAZIONE DEL PASSATO IN HEINER M?LLER Introduzione p.
4 Capitolo primo. La memoria nella cultura contemporane
9 1. Carattere retrospettivo della postmodernità
11 2. Fine naturale dei testimoni viventi degli orrori del Novecento
16 3. Disgelo delle memorie post '
89
19 4. Rivoluzione informatica
22 5. Storia e memoria
27 5.1 Voci critiche
35 6. Jan Assmann e la memoria culturale
45 6.1 Il carattere socialmente condizionato della memoria secondo Maurice Halbwachs
49 Capitolo secondo. ?Tracce di qualcosa che ha vissuto?.
55 1. Quasi una salva d'
onore: ?Das Licht auf dem Galgen? di Anna Seghers
64 2. Mantenere le promesse: il ruolo della letteratura nella fondazione dell'
identità nazionale
77 3. Recedere da un incarico. ?Der Auftrag? di Heiner Müller
85 4. Fine del mito della rivoluzione: Mauser e Darkness at Noon
101 2 Capitolo terzo. Tra memoria e oblio
111 1. Spettri del passato: ?Germania 3?
114 2. Modernità e oblio. ?Austerlitz? di W.G. Sebald
133 3. ?Wolokolamsker Chaussee?: il desiderio di oblio
148 Conclusioni
165 Bibliografia
168 3 Introduzione Nell'
estate del
2005 il regista e attore iracheno Awni Karoumi mise in scena una pièce teatrale sulla miserevole condizione del suo paese. Il testo su si basava la rappresentazione era intitolato Bagdad-Berlin 2005, ed era composto unicamente da citazioni di opere di Heiner Müller, drammaturgo tedesco-orientale la cui produzione teatrale viene generalmente ricondotta all'
inesasuto tentativo di riscrittura e di descostruzione delle tragedie e delle catastrofi storiche che hanno accompagnato il corso del Novecento: i fascismi, la guerra mondiale, gli inutili costo umani dell'
utopia socialista rovesciatasi in incubo. Intervistato sui motivi della sua scelta drammaturgica, l'
uomo di teatro iracheno ha asserito che ?Bagdad ist Stalingrad. Global ist jeder Krieg der gleiche?.1 Da queste parole si ricava un'
idea di ripetitività e di sostanziale identità della storia umana: se le guerre C e a un grado ulteriore gli eventi storici in cui le guerre si inscrivono C fossero identicamente scambiabili e sovrapponibili, allora sarebbe sufficiente leggere il resoconto della battaglia di Borodino presente in Guerra e pace, o l'
epopea di Fabrice del Dongo in mezzo alla battaglia di Waterloo per ottenere un'
efficace rappresentazione letteraria anche della guerra irachena. Ma è evidente che non è così. Tra l'
avventura romanzesca del protagonista di Stendhal e l'
impenetrabile silenzio che avvolge i reduci della prima guerra mondiale si consuma una frattura storica che rende i due eventi (Waterloo e la Grande guerra), incommensurabili tra loro. Il Novecento è stato un secolo eccezionale sotto molti aspetti, non da ultimo per la sua inaudita
1 ?Stalingrado è Bagdad. Considerate globalmente tutte le guerre si equivalgono?, in ?Süddeutsche Zeitung?, 20-21 agosto 2005, p. 13.